Via genitore 1 e 2, il Governo impugna la sentenza della Corte d’Appello

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Il Governo di nuovo all’attacco della dicitura “genitore 1 e genitore 2” sulle carte d’identità. Il Consiglio dei ministri, alla luce di una informativa svolta dal ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha deciso di dare mandato all’Avvocatura dello Stato ai fini del ricorso in Cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello di Roma del 24 gennaio 2024, che aveva bocciato un decreto del 2019 dell’allora ministro dell’Interno Salvini.

Sì a due madri (o padri) sulla carta d’identità dei figli delle coppie omogenitoriali: la sentenza che sconfessa il diktat di Salvini

Con quel decreto Salvini imponeva il ritorno sulle carte d’identità dei minori della dicitura madre e padre, anche in caso di figli di coppie omogenitoriali, con il risultato che in una coppia di due donne, ad esempio, una delle due madri dove firmare nella casella “padre”.

La Corte d’Appello aveva bocciato quel decreto, affermando sostanzialmente che sulla carta d’identità di un minore non possono essere riportati dati diversi da quelli dei registri di anagrafe. Adesso di nuovo indietro tutta: Piantedosi ha deciso di impugnare la sentenza della Corte d’Appello in Cassazione per ripristinare sulle carte d’identità elettroniche, disciplinate dal decreto interministeriale 23 dicembre 2015 e successive modifiche, la definizione di “padre” e “madre”.

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